Quali grotte vedere sull’Isola di Dino
Si trova nel mar Tirreno, in Calabria, lungo la riviera dei Cedri, di fronte a Praia a Mare e quando ci si approda è importante sapere quali grotte vedere sull’Isola di Dino, ce ne sono di davvero affascinanti ed è possibile raggiungerle con sentieri interessanti e per tutti. Questa isola, non solo per le sue grotte, è considerata una delle mete più belle dell’intera Regione, offre anche un mare blu cobalto molto pulito e apprezzato e tanti profumi e sapori che inebriano. Questo lembo di terra isolato di fronte a Praia a Mare ci offre un’immersione nella natura un po’ selvaggia, con le sue montagne rocciose, proprio quelle in cui andremo a scovare le grotte.
Come arrivare sull’Isola di Dino
Nonostante sia un’isola, non è troppo difficile arrivarci se si è già nei paraggi. Una volta raggiunta Praia a Mare si prende una barca e si arriva sull’isola attraccando nell’unico molo disponibile. Essendo una sporgenza rocciosa in mezzo al mare non sono molti i punti in cui ci permette di attraccare in modo sicuro, nella maggior parte dei lati ci presenta pareti a strapiombo sul mare alte fino a 80 metri.
Quali grotte vedere sull’Isola di Dino
Le grotte sono la prima cosa da vedere su quest’isola, ce ne sono di magnifiche ed è difficile scegliere. Le due più note sono la Grotta delle Cascate, spettacolare, e la Grotta Azzurra, nome meritato grazie alle sue acque di un colore che sembra dipinto da un acquarellista.
Per fare un giro completo e scorgere i migliori paesaggi dell’isola e delle sue grotte, la scelta migliore è quella di effettuare una escursione in barca. Ci si può imbarcare direttamente da Praia a Mare oppure anche da Scalea. Queste gite ci offrono delle prospettive sulle grotte dell’isola di Dino che da terra non riusciremmo a cogliere e alcune grotte nemmeno si vedono senza prendere la barca.
Nel classico giro in barca si riescono a vedere varie grotte, non solo le due citate. La Grotta del Monaco, con speciali pareti di colore verde smeraldo, la Grotta delle Sardine, con questi pesci che la abitano, la Grotta del Frontone e la bellissima già nominata Grotta delle cascate. Lo spettacolo che offre ai nostri occhi sembra incredibile, è piena di stalattiti, stalagmiti e rocce rosa che creano un’atmosfera davvero incantata.
Nella Grotta Azzurra si ammira il colore delle acque mentre in quella del Leone ci troviamo di fronte ad un leone sdraiato, di roccia, che sembra volerla proteggere. La grotta Gargiulo è forse la più particolare ma è accessibile solo ai sommozzatori esperti perché si trova a 18 metri sotto il mare ed è quindi certamente la più misteriosa dell’Isola di Dino.
Cosa vedere sull’isola di Dino
Su quest’isola dalla natura selvaggia possiamo godere delle meraviglie della natura e del silenzio che regna su tutti i suoi 50 ettari di vegetazione e rocce. Le grotte sono sicuramente la prima cosa da vedere ma una volta scesi dalla barca si può esplorare la terraferma con le “passeggiate orientate” in giro per l’isola.
Accompagnati da guide si cammina per sentieri raggiungendo prima la torre all’estrema punta a ovest dell’isola e poi la stele dedicata alla Madonna della Grotta sul punto più alto dell’isola, da cui si gode di un panorama meraviglioso. Altro panorama magnifico quello che si vede arrampicandosi sulla cima a Capo dell’Arena, a sud di Praia a Mare.
Si, siamo tornati sulla riviera dei Cedri per proporvi un’escursione particolare che ci svela un’altra ulteriore prospettiva su quest’isola e sulle sue grotte. Possiamo approfittarne per guardare anche il resto della regione con il suo splendido panorama costiero
Perché si chiama Isola di Dino
Ma chi sarà questo Dino? Ve lo state chiedendo? Dino purtroppo non è il nome di alcun personaggio delle favole. La parola dino risale al termine greco ‘dina’, che significa tempesta. Un tempo sull’isola ci erano arrivati i greci e avevano notato come in questa zona il mare è spesso impetuoso e le onde schiaffeggiano gli scogli dell’isola. Ci sono altre teorie sul significato del nome come ad esempio quella che racconta come Dino sia legato alla presenza di un tempio (aedina) che era stato costruito dai naviganti in onore di Venere. In questo caso si evoca l’idea di bellezza che ben si adatta all’isola.
Questo territorio che guarda alla Riviera dei Cedri, seppur piccolo e roccioso, ha ospitato numerosissime battaglie. Come mai? Per via delle sue caratteristiche orografiche. Dalle sue cime e dai suoi faraglioni i combattenti avevano la fortuna di poter avvistare le navi dei pirati. Lo testimonia la torre che abbiamo prima visitato, provata essere di origine normanna, costruita sul frontone.
Molti anni dopo, l’isola si è fatta la fama di meta per vacanze di lusso. La famiglia Agnelli nel Novecento per 50 milioni di lire tentò l’acquisto dell’isola per farne un resort per vacanze di lusso. Per fortuna, oserei dire, tutto finì in nulla e oggi di costruzioni sull’isola di Dino non ce ne sono a eccezione di alcuni trulli, un ristorante e una strada di 1.700 metri che collega il pontile di attracco con la parte alta dell’isola. Dobbiamo accontentarci delle grotte.
Pubblicato da Marta Abbà il 16 Febbraio 2020