Orrido di Bellano: come arrivare, storia e leggenda
Pochi hanno sentito forse parlare dell’Orrido di Bellano, meno ancora di quelli che conoscono Bellano, paese sul lago di Como bello ma non abitato da VIP per cui in fondo immeritatamente trascurato avendo tutte le carte per essere una meta interessante, sia per una gita in giornata, sia per un soggiorno al lago di qualche giorno.
L’Orrido di Bellano è un sito nei pressi di questo borgo, raggiungibile in modo piuttosto semplice grazie ad una passerella in cemento che ci accompagna e ci permette di accedere a questo particolare luogo per ammirarne la bellezza. Si tratta di una cascata, non una come tante perché incastrata in una gola naturale creata dal fiume Pioverna. Questo fiume, nei secoli, ha dato vita a numerose marmitte e spelonche oggi davvero suggestive da vedere e che rendono le montagne attorno al lago un’area interessante per passeggiate ed escursioni, a piedi, in moto o in bicicletta.
Mentre l’acqua scorre, si possono spiare tetri anfratti sentendo il rimbombo a volte un po’ cupo ma emozionante del flusso che tocca le rocce e si fa strada in modo testardo. Una tale meraviglia, viva e sempre in evoluzione, ha ispirato moltissimi scrittori che non hanno mancato di citare l’Orrido di Bellano nelle loro opere. Il nome stesso della località deriva dalle parole di un poeta, non un poeta ospite ma un poeta del luogo, bellanese, di nome Sigismondo Boldoni. Ammirando ciò che l’acqua stava creando sul suo territorio, disse “Orrore di un’orrenda orrendezza” quindi… ecco l’Orrido di Bellano
Orrido di Bellano: come arrivare
Si trova nel territorio del comune di Bellano, comune che si affaccia sulla riva orientale del Lago di Como alla foce del torrente Pioverna, è a poca distanza dalle Grigne e di fronte alla famosa Bellagio e anche a Menaggio. Da Lecco Bellano dista 25 km, da Milano 75 km, in macchina ci si mette davvero poco anche se nel tratto di lago, finale, non mancano le curve. La statale da imboccare è la N.36, comoda, a quattro corsie, in alternativa c’è anche la provinciale N.72 che costeggia il lago per chi ama il panorama e non ha fretta, oppure la provinciale N.62 che attraversa la Valsassina.
Chi preferisce muoversi in treno può contare sulla stazione di Bellano dove si fermano tutti i treni della linea delle Ferrovie dello Stato Milano-Tirano, se invece si desidera viaggiare “via acqua” ci sono battelli e aliscafi che attraccano a Bellano. Arrivati nel Paese, l’Orrido di Bellano si raggiunge in poco tempo e, grazie alla passerella ben ancorata alle pareti e munita di impianto di illuminazione, la visita è confortevole anche per chi non è un appassionato di scalate.
Orrido di Bellano: storia
Una tale gola, così profonda, è il risultato di un lavoro di scavo durato non secoli ma milioni di anni fa dall’acqua che ha eroso la pietra. E’ l’acqua del torrente Pioverna. Per indagare le origini dell’Orrido di Bellano è necessario tornare al periodo delle glaciazioni del Quaternario, ai periodi interglaciali, quando in Valassina c’era un lago che a causa del disgelo, ha riversato le sue acque in parte nella Val Muggiasca e in parte nell’Orrido, svuotandosi quasi totalmente. Il poco rimasto è andato a confluire nel Lago di Como erodendo il territorio e formando profonde gole.
Cascata dopo cascata, dislivello dopo dislivello, l’acqua si è fatta strada in modo spontaneo, ribelle e creativo, scavando il terreno e le rocce, plasmando la superficie della zona fino a formare l’Orrido di Bellano e il panorama che vediamo oggi con i nostri occhi quando passiamo sulle rive del Lago, anche guardando dalla riva opposta.
Le acque del torrente Pioverna non sono solo da ammirare ma già nei secoli XVI e XVII sono risultare utili per la lavorazione del ferro estratto dalle miniere in Valsassina. Nel 1870 anche il Cotonificio Cantoni, appena aperto in questo tratto di riva di lago, iniziò ad usarle.
Orrido di Bellano: leggenda
Un luogo così suggestivo non può non avere una leggenda che ne accarezza la fama già modestamente conquistata nella storia. Ciò che si racconta è che nell’Orrido di Bellano giaccia un valoroso guerriero di nome Taino, qui sepolto assieme anche al suo tesoro. Le tante misteriose gallerie che uniscono “clandestinamente” l’Orrido con Bellano paese, sono state usate anche durante l’occupazione austriaca per evitare le ronde durante il coprifuoco.
Orrido di Bellano: Cà del diavolo
Ad aumentare il fascino del luogo c’è anche quella che ha preso il nome di Cà del diavol, molto nota a chi studia o pratica riti satanici. E’ una torre esagonale alta quattro piani posta all’ingresso dell’Orrido e che sembra… la casa del Diavolo. Da qui, banalmente, il suo nome.
E’ certo un edificio particolare, a pianta irregolare, con alcune finestre a ringhiera e una scala a chiocciola interna, nessuno sa dire con certezza chi l’abbia progettata e costruita, forse davvero il diavolo?
Sembrerebbe esista da molti secoli, da prima del 1600, un fatto certo è che nel 1700 era sede di un museo di fossili, poi è stata inserita nel catasto teresiano al nr. 124 e riprodotta in tutte le pubblicazioni di secoli XVIII, XIX e XX relative alle bellezze naturali e paesistiche del Lago di Como tradotte in molte lingue. Il nome di Ca’ del diavolo è legato principalmente alla presenza di alcune decorazioni raffiguranti personaggi mitologiche, fra cui un satiro, presenti sulla facciata dell’ultimo piano. Si racconta anche che al suo interno si tenessero festini con rituali satanici
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Pubblicato da Marta Abbà il 4 Giugno 2018