Fonti del Clitunno: il parco, la storia e il tempietto
Tra Spoleto e Foligno troviamo le Fonti del Clitunno, una meta che si estende per quasi 10 mila metri quadrati lungo la via Flaminia su un’area che ricade nel comune di Campello sul Clitunno. Ad alimentare queste note e suggestive fonti sono delle sorgenti sotterranee decisamente abbondanti, che sgorgano dalla roccia un po’ a sorpresa. Un tempo, molto tempo fa, queste acque andavano a confluire in un fiume navigabile che raggiungeva addirittura Roma, non solo, sulle rive di quel corso d’acqua erano state costruite anche ville e terme.
Fonti del Clitunno: il parco
Visitare questo luogo dell’Umbria non è il mero andare a dare una occhiata a delle acque che spuntano dal terreno perché si arriva in un vero e proprio parco che ha un valore sia storico, sia letterario, oltre che naturalistico, costituito ufficialmente nel 1852.
Non sorge in mezzo al nulla: nei pressi delle Fonti del Clitunno c’è almeno un ristorante, l’opportunità per i turisti e i visitatori per gustare prodotti tipici della cucina umbra, per tutti di assaggiare ricette della tradizione cucinate con prodotti genuini.
Lo specchio d’acqua in sé, di cui si parla, ha un perimetro che non supera i 400 metri, la superficie totale è di quasi diecimila metri quadrati, in questo piccolo grande regno vivono numerosissime specie vegetali particolari che con un po’ di attenzione possiamo provare a riconoscere ed apprezzare. Partiamo da muschio, che molti conoscono, e cerchiamo poi altre specie più strane e difficili da individuare come la coda di cavallo acquatica, la mestolaccia, la brosca increspata, la gamberaja maggiore.
C’è anche il nontiscordardimè delle paludi assieme al nasturzio acquatico detto anche crescione. Molte altre sono le specie ospitate dalle Fonti di Clitunno ma è necessario essere degli esperti del settore per apprezzarle appieno, possiamo restare ad ammirare l’atmosfera naturale, la pace e la biodiversità
Sempre nei dintorni dello specchio d’acqua ci sono alberi come il pioppo cipressino, con il suo fitto fogliame, e il salice piangente. Un po’ strano trovarlo qui ma si tratterebbe di una moda parigina anni Quaranta che ha raggiunto anche le Fonti del Clitunno inaspettatamente. E’ anche la pianta che, si dice, dava ombra alla tomba di Napoleone a Sant’Elena.
Come possiamo tutti immaginare, le Fonti del Clitunno non sono rimaste immutate negli anni, considerando soprattutto che esistevano già ai tempi di Plinio. Nel 444 hanno anche riportato seri danni a seguito di un violento terremoto dopo il quale sono state ricostruite ma certo in parte ridimensionate. Sono state effettuate molte altre sistemazioni negli anni, una delle più recenti è da attribuire a Paolo Campello della Spina che tra il 1860 e il 1865 ha tolto molta terra per creare lo spazio per il laghetto. Sempre Campello si era anche premurato di far crescere la vegetazione, quella che oggi ammiriamo e che da un grande contributo alla magia delle Fonti del Clitunno
Fonti del Clitunno: tempietto
Oltre alle piante, alle specie acquatiche e semi acquatiche e all’acqua, c’è altro da visitare nei pressi delle Fonti del Clitunno: il Tempietto del Clitunno. Lo si trova andando verso valle, dista poco più di un chilometro e risale al periodo a cavallo tra la fine dell’impero e gli albori dell’epoca cristiana. E’ considerato dagli esperti, un capolavoro, nel suo piccolo, molto apprezzato da eccellenti architetti come il Palladio, il Piranesi e il Vanvitelli.
Fonti del Clitunno: arte e letteratura
Abbiamo definito questa zona un parco anche artistico e letterario ed in effetti lo è. Questo laghetto, abitato anche da cigni e anatre, ha ispirato molti artisti, pittori e letterati. Lo troviamo nelle loro opere, in quelle di Plinio il Giovane, di Virgilio, di Byron e anche di Giosuè Carducci che ha scritto una ode esplicitamente dedicata alle Fonti del Clitunno. Infatti è stata posizionata una stele in ricordo della visita del poeta avvenuta nel 1910, una lastra di marmo scolpita da Leonardo Bistolfi, un bassorilievo con un’epigrafe di Ugo Ojetti.
Fonti del Clitunno: storia
Le Fonti del Clitunno sono sempre state apprezzate, come è giusto che sia, vista la loro bellezza e la magia del luogo che le ospita. Per i Romani erano sacre, addirittura, e proprio in questa zona venivano per consultare l’oracolo del dio Clitunno oltre che per svolgere riti religiosi. Ecco perché il Tempietto di Clitunno, anche se con gli anni è diventato una chiesetta paleocristiana dedicata a S. Salvatore. E’ comunque interessante visitare l’edificio che ancora custodisce affreschi antichi.
La storia delle Fonti del Clitunno dopo il terremoto che le ha semi distrutte la abbiamo già vista, quella del XXIesimo secolo la dobbiamo scrivere noi facendo in modo che restino un luogo ben conservato e valorizzato.
Clitunno: fiume
Vediamo, in questa ultima parte, come scorreva il fiume Clitumno, affluente del Topino. Partendo dalle sue fonti seguiamolo per 60 km passando per Pissignano, Cannaiola, Trevi e Bevagna, fino a quando non si getta presso Cannara nel fiume Topino che a sua volta è un affluente del Chiascio, ovvero un subaffluente del Tevere.
A proteggere questo fiume ci ha pensato già nell’antichità il dio Giove Clitunno che nel mese di maggio veniva venerato in modo particolare durante i sacra clitumnalia tenuti in suo onore. Se un tempi il Clitumno era navigabile, oggi certo non più e sulle sue rive troviamo solo qualche casetta ogni tanto ma un tempo sorgevano fastose ville.
Se vi è piaciuto questo articolo continuate a seguirmi anche su Twitter, Facebook, Google+, Instagram
Vi potrebbe interessare anche
Pubblicato da Marta Abbà il 13 Giugno 2018