Finisterre, cosa vedere e itinerari
È affascinante l’idea di raggiungere il confine della terra se siamo degli amanti del viaggio e anche se ormai sappiamo che è tonda subiamo comunque il fascino di questo termine: Finisterre. Si tratta di una località della Galizia il cui nome dal latino significa proprio Finis Terrae, fine della terra. È senza dubbio un luogo magico e allo stesso tempo gettonato anche perché situato sul noto cammino di Santiago de Compostela. Nulla ci vieta di raggiungerlo per i fatti nostri per esplorare questa frontiera terrestre
Finisterre: origini
Fino all’anno della scoperta dell’America e giá al tempo dei Romani questo luogo era ritenuto il punto più estremo delle terre del nostro continente. Era la fine del mondo, del mondo a quei tempi conosciuto. Appartiene ad una parte di costa detta la Costa della Morte, un nome un po’ minaccioso che ci ricorda le tantissime vittime che il mare a raccolto da quelle parti, pescatori e naviganti, che hanno affrontato le acque senza molto successo.
Finisterre: cosa vedere
La zona vicino al Capo offre diverse spiagge tra cui quelle di Arnela, Corbeiro, Langosteira, Mar de Fóra, O Rostro e Riveira. Possiamo visitarne una per poi proseguire verso la nostra meta. Il paesino è accogliente e ben tenuto, abituato ad avere molte persone di passaggio. Possiamo fare un giro nel piccolo centro e nel porto dove ci sono diversi ristorantini con generosi piatti di pesce. L’attrazione maggiore è certamente il faro, poco lontano dal centro e meta anche di tutti i pellegrini. Va raggiunto dove è arroccato, su una scogliera panoramica da cui ammirare panorami inimmaginabili, soprattutto al tramonto. Qui gli antichi che abitavano in zona, di origine celtica, hanno costruito degli altari dedicati al Sole e alle stelle e oggi c’è un frequentatissimo belvedere in cui fermarsi per guardare verso l’orizzonte e scattare qualche foto, meglio se all’alba o al tramonto.
Il Faro è noto prima di tutto perchè ad oggi è quello più ad ovest dell’Europa, con una torre ottagonale, la casa del guardiano del faro e una Piazza che rende omaggio al generale San Martín, chiamata, piazza della Repubblica Argentina. Ha una cattiva fama per via delle sue acque pericolose ma è ritenuto anche un importante punto di riferimento per la navigazione con la sua luce che raggiunge i 65 km di lunghezza. Osservando il panorama possiamo riconoscere il Ría de Corcubión e la Costa de Carnota, con il Monte de O Pinto che risalta con i suoi colori granitici.
Nel raggiungere o nell’abbandonare il Faro possiamo compiere una piccola deviazione e visitare il cimitero municipale, un’innovativa opera dell’architetto César Portela. Non immaginatevi il classico cimitero, questo e concepito per essere bello e originale, moderno e suggestivo. È un agglomerato di forme cubiche collocate in riva al mare. Proseguendo in salita lungo il pendio del monte Facho possiamo poi trovare i resti di quello che fu l’eremo di San Guillermo, con la “cama de San Guillermo” (il letto di San Guillermo). È una buca nella roccia con forma e dimensioni dell’essere umano. Secondo la tradizione popolare, le donne della zona si recavano in questo luogo per chiedere al santo la fertilità.
Finisterre: la conchiglia
Se siamo dei pellegrini di passaggio da queste parti probabilmente conosciamo l’usanza della conchiglia che col tempo si è creata. A Finisterre se ne trovavano parecchie sulla splendida spiaggia della Langosteira, si tratta di semplici conchiglie diventate presto simbolo di questa tappa del Cammino. Si chiamano “pecten jacoboeus”, gli italiani le chiamano cappasanta, i francesi coquille de St. Jacques. Oggi questo simbolo è facilmente ricorrente anche nelle chiese, nelle fontane, nei monasteri posti lungo i principali itinerari che conducono a Santiago.
Finisterre: itinerario
Per raggiungere questo punto della costa possiamo noleggiare un’autovettura per goderci meglio il percorso di avvicinamento durante il quale sarà difficile distoglie lo sguardo dal panorama. Al di là delle tragedie che porta nel nome, la Costa della Morte è suggestiva e affascinante e regala molti punti panoramici. Una delle città vicino a Finisterre e da cui possiamo partire per raggiungerla e La Coruna, che possiamo oltretutto visitare per l’occasione. Il percorso è lungo poco più di 100 km che con tutta calma possiamo percorrere in un’ora e un quarto di viaggio al netto delle soste per scattare fotografie e godersi il paesaggio. La strada è scorrevole e facile, vi incontreremo diversi pellegrini del “Cammino di Santiago de Compostela” che percorrono i tratti del pellegrinaggio che passano lungo le strade asfaltate anche loro diretti al “Cabo Finisterre“.
Se abbiamo invece deciso di percorrere il tratto di cammino da Santiago a Finisterre abbiamo diverse tappe e attrazioni a cui dedicare tempo. Noia ad esempio, ritenuta una piccola Compostela, dove l’arcivescovo francese Berenguel de Landoire stabilì la residenza dopo essere stato malamente accolto dagli abitanti di Santiago.
Allo sbocco della ría si raggruppa il caseggiato della località marinara di Muros e subito la costa si apre verso Finisterre. Questa parte di costa ha delle linee di ampio respiro, numerose spiagge oceaniche con alle spalle delle alte montagne. Spiccano le cime di granito rosa del Monte Pindo, l’Olimpo dei Celti dei galiziani.
Un cammino spesso proposto è quello da Muxia a Finisterre che ci dà l’occasione di visitare questo comune della Galizia, che sorge sulla Costa da Morte, nel punto più occidentale della Spagna continentale, cioè il capo Touriñán. Il villaggio è carino anche se non ha punti di interesse particolari ma nei pressi troviamo il santuario della Virxe da Barca o Nosa Señora da Barca. Questa chiesa sorge di fronte ad un celebre luogo di culto megalitico, centrato sulla Pedra de Abalar (“la pietra oscillante”) che i pellegrini fanno oscillare in cerca del suo punto di equilibrio.
Nei pressi del Santuario c’è un altro monumento in pietra denominato La Herida (“La Ferita”), in ricordo del grave naufragio nel novembre 2002 della nave petroliera Prestige e del disastro ecologico che ne seguì nei giorni successivi sulle coste della Galizia.
Pubblicato da Marta Abbà il 19 Dicembre 2021