Coblenza, Germania: cosa vedere
Coblenza, città situata in Germania, in quello che viene chiamato da alcuni “angolo tedesco” (Deutsches Eck). Non è un angolo ma una sorta di promontorio che è stato creato dai fiumi Reno e Mosella. Lì confluiscono in una fortunata coincidenza che rende il territorio particolarmente paesaggistico e ricco. Lungo il Reno, troviamo la città di Coblenza, in verità si trova esattamente all’incrocio tra il Reno e la Mosella, non è un insediamento enorme ma nemmeno minuscolo. E’ nota anche grazie al fatto che è stata inserita nell’ultra noto circuito delle Città Romantiche, inoltre se la si vuole raggiungere comodamente, lasciando stare il romanticismo, si può atterrare all’aeroporto di Francoforte Hahn e proseguire in auto o con i mezzi senza impiegarci troppo tempo.
Coblenza, Germania
In tedesco la città porta il nome di Koblenz, in francese di Coblence, e ha poco più di 100 mila abitanti. Siamo nella parte settentrionale dello stato federato della Renania-Palatinato, nell’ovest del Paese, dove troviamo anche altre città poco più grandi come Magonza e Ludwigshafen.
Di diverso da queste ultime, Coblenza ha la storia e la tradizione, essendo una delle città più antiche della Germania. Addirittura risale al 9 a.C., infatti nel 1992 ha festeggiato i suoi 2000 anni, ricordando che il suo antico nome latino, “Confluentes” per via della posizione geografica tra Reno e Mosella. Anche in Italia, fino al XVIII secolo questa città era indicata con il nome di ‘Confluenza’.
Altre mete interessanti del Paese, se stiamo facendo un tour, sono Kassel e la Foresta Nera, tutta da percorrere paese dopo paese.
Coblenza: cosa vedere
Che Coblenza sia una città da vedere, non è in discussione, e ci sono alcune parti della città che dal 2002 fanno parte del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO perché comprese nella media valle del Reno. La città però, si è meritata il riconoscimento dell’Unesco anche da sola, grazie al bel castello, parte del limes germanico-retico.
Girando per Coblenza, si scopre una cittadina è carina, tranquilla e molto ben tenuta, con molte casette dallo stile nordico, soprattutto nel quartiere più antico e centrale. Non ci sono delle attrazioni grosse ma una bella atmosfera e alcune curiosità che possono essere simpatiche ed interessanti, perché ci invitano a capire meglio la storia del territorio e della Germania tutta.
Chi direbbe che questi tedeschi del Nord siano dei veri burloni? Eppure hanno la fontana del monello, a Koblenz, che ogni 40 secondi circa sputa acqua a chi la sta guardando frontalmente. La si trova nella corte del palazzo municipale.
Altra particolarità da ammirare, ma solo nel periodo natalizio, è il calendario dell’avvento vivente, in una delle piazze principali. Si tratta di un palazzo, di un ex collegio gesuita, che sui tetti ha 24 finestre e, mentre in città si svolgono i veri mercatini e festicciole, qui si accendono le finestre man mano che i giorni passano e ci si avvicina al Natale, segnando il tempo che manca ai veri festeggiamenti, in Germania particolarmente sentiti.
Una storia meno lieta, quella che si nasconde dietro all’orologio che fa le linguacce: è una storia di ingiustizia che la città non ha voluto dimenticare e far cadere nell’oblio. Quando Coblenza era una città fortificata, nel Medioevo, c’era – narra una leggenda – un cavaliere buono e onesto che si era trovato per caso in compagnia di briganti, lo avevano catturato e accusato di brigantaggio. Nonostante si fosse dichiarato innocente e non ci fossero prove, finì condannato a morte dopo mesi e mesi di prigione e torture.
Lo uccisero impiccandolo nella pubblica piazza, prima di morire il cavaliere fece ondeggiare fino i propri occhi a destra e a sinistra e cacciò la lingua in senso di disprezzo per la giustizia di Coblenza. Un gesto di disprezzo disperato che i suoi concittadini, indignati da quanto la non-giustizia aveva fatto, hanno voluto ricordare facendo costruire un campanile con un orologio e l’immagine del volto del cavaliere. Non solo: guardando bene ci si accorge che gli occhi ondeggiano da destra e sinistra, segnando i secondi, la lingua, allo scoccare di ogni, esce e fa linguacce ricordando come a volte la giustizia può fare degli errori.
Un’altra meraviglia di Koblenza, poco nota e forse da pubblicizzare di più, è la Fortezza di Ehrenbreitstein, un tempo abitata, poi recuperata e rimessa in sesto in modo che sia visitabile, con gli arredi di un tempo.
Coblenza: meteo
Il clima di questa zona in estate è caldo e temperato, in inverno, non molto caldo, visto che siamo molto più a Nord dell’Italia, ma il problema per i turisti può essere più che altro la pioggia che è presente tutto l’anno, anche in estate. Se si vuole cercare di evitare una vacanza con la pioggia, bene sapere che il mese più secco è luglio, ma un ombrello portiamolo sempre. Il mese più freddo, per chi non ama le basse temperature, è gennaio, con una media di 0.6 °C.
Coblenza e Magonza
Vengono spesso associate queste due città perché unite, nella Valle del Reno, da un percorso che paesaggisticamente è da ritenersi uno dei migliori di tutta la Germania. E’ infatti stato dichiarato patrimonio mondiale dall’Unesco, lo si deve percorrere in modo circolare, non importa se si parte da Coblenza o da Magonza, basta tornare al punto di partenza. Nel tragitto si attraversa man mano in più punti il fiume con caratteristiche barche, si incontrano antichi castelli arroccati, antichi borghi con magiche atmosfere, distese di vigneti rilassanti con paesini e cantine da visitare percorrendo la Rheingauer Riesling Route.
Coblenza: fiume
Coblenza, come prevedibile, ha un rapporto molto stretto con il fiume, con i fiumi, da sempre, ma è vicino anche alle montagne visto che è delimitata a sud dalle pendici del Hunsrück, parte del massiccio Renano, e a ovest dalle colline del bacino del medio Reno. Essere però affacciata al Reno le permette di risultare una tappa della più lunga pista ciclabile l’Europa che è proprio quella che si sviluppa lungo questo fiume e che richiama numerosi turisti, in tutte le stagioni.
Coblenza: hotel
Ci sono diversi hotel in città, alcuni davvero molto tipici che meritano anche dal punto di vista estetico, situati in pieno centro e con una gestione quasi familiare che spesso viene apprezzata. Un altro luogo dove dormire, ad effetto, è l’ostello ricavato in un’ala della fortezza, Il Die Jugendherbergen.
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Pubblicato da Marta Abbà il 17 Maggio 2018